Recensione “Chained”
Se siete amanti del metallo estremo suonato dalle nuove leve statunitensi, con Chained troverete di che sfamarvi.
Devastanti e tecnicissimi tornano i With All The Rage che, con il nuovo album, mettono a ferro e fuoco tutta la penisola.
Fondata nel 2010 ed al secondo full length dopo “Yesterday … Now … Tomorrow … Ever” del 2012, la , band siciliana con Chained convince appieno con un death metal moderno, colmo di groove trascinante, un’autentica e chirurgica tranvata.
Spettacolare il lavoro delle due asce, sempre incisive in ogni passaggio, che non lesinano solos di ottima fattura (Vincenzo Ciolino e Alessandro Capizzi) grintosi e spaccaossa, così come la sezione ritmica che crea un’onda d’urto travolgente (Anthony Cosentino al basso e Francesco Schittino alle pelli).
Rabbioso il growl del buon Luca Cirrito, che vomita cattiveria sul sound di questo ottimo esempio di metal moderno, che sa tanto di nuovo continente nelle ritmiche e di tradizione europea nel gran lavoro delle chitarre in fase solista.
L’album, dopo una bellissima intro semiacustica, parte in quarta e non si ferma più: una dopo l’altra le sette tracce passano più violente e trascinanti che mai, fermandosi solo al semaforo della finale Dedicated To Nothing, outro che ci dà l’arrivederci al prossimo massacro portato dal gruppo di Lascari; nel mezzo troviamo una raccolta di brani velocissimi, tra i quali spiccano Psycho, Run e Involution, mai banali nei suoni delle chitarre, esaltati da un groove dal tiro micidiale ed eseguiti con grande impatto e tecnica da vendere.
Altra grande band partorita dalla Sicilia, i With All The Rage con il loro secondo album portano approdano a a livelli davvero alti: se siete amanti del metallo estremo suonato dalle nuove leve statunitensi come i Lamb Of God, con Chained troverete di che sfamarvi, rimanendo meravigliati dal talento della band nostrana.